Tribunale di Monza: cancro causato da CEM
con sentenza pubblicata il 13 Marzo 2019 il Tribunale di Monza ha condannato l’INAIL riconoscendo ad un addetto di Linate e Malpensa la malattia professionale con inabilità permanente (misura del 38%) per neurinoma del nervo acustico, l’ennesimo cancro al cervello (interessa l’ottavo nervo cranico) da irradiazioni di radiofrequenze emesse da telefoni cordless e cellulari (ma non solo!). Anche questa volta, la vittima è stata assistita dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone e Chiara Ghibaudodallo studio legale torinese Ambrosio&Commodo con la consulenza tecnica del battagliero e indomito Prof. Angelo Gino Levis (ottuagenario ex cattedratico di mutagenesi ambientale a Padova, ex consulente del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Consolidando la posizione innovativa della magistratura italiana, sempre più propensa ad affermare le dannose ripercussioni biologiche del wireless, il primo giudice del lavoro Luisa Rotolo ha accertato come Paolo Arcaini Da Silva Rui si sia ammalato per l’utilizzo ultradecennale di cellulari di servizio, dannosi campi elettromagnetici andati a sommarsi alle “frequenze emesse da numerose antenne e di dispositivi di comunicazione radio, di ripetitori per i segnali radio altimetrici, radar metereologici, antenne satellitari sempre costantemente attive (…) circondato da circa 10 telefonini cellulari GSM attivi, 5 palmari, 2 pc costantemente accesi e 2 ripetitori di segnale (DECT e GSM); che con altri colleghi aveva ripetutamente segnalato al datore di lavoro la massima esposizione a radiofrequenze a cui era esposto durante la giornata lavorativa, chiedendo che fossero effettuate delle misurazioni dei campi elettromagnetici”. Non solo, perché l’addetto negli scali aeroportuali milanesi passava poi “sotto gli archetti metaldetector circa 10 volte a turno e utilizzava un walkie-talkie, una ricetrasmittente Motorola e che dal 1998 veniva dotato anche di un telefono cordless e dal 2001 al 2008 anche di un telefono cellulare GSM Nokia e fino al 2009 un ulteriore telefono cellulare GSM Samsung e che era esposto per oltre 4 ore al giorno alle relative radiofrequenze, con sessioni telefoniche anche di 45 minuti consecutivi, che l’istante impugnava le apparecchiature citate con la mano sinistra, in quanto utilizzava la destra per prendere appunti o compiere operazioni, con conseguente esposizione del lato sinistro del capo alle radioemissioni”.
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