Viareggio: arriva il piano antenne che evita l'incremento di potenza





VIAREGGIO. Una serie di impianti per la telefonia definiti “critici” nel nuovo Programma comunale degli impianti di radiocomunicazione che l’amministrazione del sindaco Giorgio Del Ghingaro ha deciso di portare all’adozione nel consiglio comunale del 30 ottobre. Per questi impianti - si legge nel documento «in linea di massima è ammissibile solo riconfigurare i sistemi di antenna, a parità o con potenza minore di campo elettrico generato, mentre non si considerano idonei in prima istanza per accogliere altri impianti».

Uno scenario che, secondo il lavoro messo a punto dal Comune insieme all’università di Firenze, «può portare al superamento teorico del valore di 6 volte/metro». Sulla base dell’analisi effettuata, è la conclusione cui arriva il nuovo Piano della telefonia, «si considerano critiche le stazioni radio base


Uno scenario che, secondo il lavoro messo a punto dal Comune insieme all’università di Firenze, «può portare al superamento teorico del valore di 6 volte/metro». Sulla base dell’analisi effettuata, è la conclusione cui arriva il nuovo Piano della telefonia, «si considerano critiche le stazioni radio base
in co-siting con tre o più operatori e con valori prossimi a 6 volte/metro».

Il documento che l’amministrazione intende portare al voto per l’adozione, passaggio dopo il quale si apre la fase della presentazione delle osservazioni, contiene anche la sintesi dei controlli Arpat in materia di elettromagnetismo.

Le misurazione Arpat. L’Agenzia regionale per l’ambiente, viene spiegato, «ha eseguito le valutazioni previsionali per l’autorizzazione sia all’installazione di tutti gli impianti di telefonia mobile (antenne), sia per la riconfigurazione degli stessi per adeguamenti tecnologici legati allo sviluppo della rete per assicurare i servizi di nuova generazione (Umts e poi Lte), nonché misure in campo in punti specifici del territorio anche
sulla base di segnalazioni da parte di cittadini e associazioni. «L’azione, puntualmente segnalata all’amministrazione e ai soggetti interessati, ha portato all’evidenziazione di situazioni potenzialmente critiche, ma non al superamento dei limiti di legge. Arpat considera critici gli impianti che, mediante l'analisi previsionale, mostrano in campo lontano livelli massimi di campo elettrico, generati complessivamente dall’impianto oggetto della valutazione e dagli impianti presenti o in progetto posti nel raggio di 500 metri, pari o superiori a 5,5 volte/metro (valore limite di attenzione 6 volte/metro, che se superato porta al diniego dell’installazione). E prescrive comunque, a termini di legge, l’esecuzione delle misure - dopo l’installazione degli impianti autorizzati - per soglie di campo elettrico stimate superiori a 3 volte/metro (valori superiori alla metà dei valori di legge)».

Lo sviluppo dei telefonini. Il nuovo Piano della telefonia, che avrà validità triennale, prende in considerazione anche lo scenario dell’evoluzione tecnologica delle comunicazioni: «La massima concentrazione d’installazioni, circa il 70% - così la fotografia dell’attualità - è posta nella zona Nord della città, a causa sia dell’alto numero di persone servite, sia degli effetti di schermo degli edifici, comprese entro un cerchio di raggio circa 2,5 chilometri con centro alla stazione ferroviaria. Questa situazione non è destinata a mutare con il sistema Lte (Long Term Evolution, o anche 4G e
prossimamente 5G)». Dunque, con l’evoluzione dei telefoni cellulari sempre più parte integrante della vita quotidiana, anche oltre il necessario - si legge ancora - «l’avvento della nuova tecnologia è destinato ad influenzare i programmi dei gestori per i prossimi anni, con la progressiva diffusione dei telefoni smartphone e tablet 4G (Lte), e la ormai prossima implementazione del 5G, divenuti a pieno titolo terminali mobili multimediali (trasmissione voce, video, internet e dati in generale, ovvero le applicazioni a banda larga di internet ovunque nel territorio)».

Il sistema Lte - spiega il lavoro dei tecnici - «può funzionare su diverse bande di frequenza. In particolar modo le richieste di riconfigurazione avanzate finora dai gestori vedono utilizzate le seguenti bande: banda di frequenza 800 MHz; banda di frequenza 1500-1800 MHz; banda di frequenza 2600 MHz». La prima (800 MHz) «è derivata dagli ex canali televisivi Uhf 61-69, ed assicura una copertura estesa nelle aree rurali; la seconda (1500-1800 MHz) privilegia le aree urbane e suburbane; la terza è utilizzabile nelle aree urbane con edifici alti o per Hot Spot».

Per quanto attiene all’inquinamento elettromagnetico attribuibile alla nuova tecnologia – è la conclusione - «si segnala che al momento non se ne prevede un incremento apprezzabile, anche se le esigenze, per i motivi di qualità del servizio , sono di localizzare gli impianti quanto più prossimi agli utenti e quindi questo porta ad un incremento del numero di impianti».

Ed ecco il quadro per il futuro che il Piano delinea: «È certo che, con richieste che si manifesteranno ininterrottamente per tutti gli impianti installati nei prossimi anni, i gestori hanno cominciato nel 2013 e continueranno la riconfigurazione degli impianti stessi, con la sostituzione progressiva dei sistemi tradizionali Gsm e Umts man mano

che i telefoni attuali diventeranno obsoleti, al fine di soddisfare le richieste dell’utenza con la tecnologia Lte e poi 5G. Mentre la richiesta di nuove installazioni di stazione radio base, attualmente in incremento, dovrebbe rapidamente esaurirsi nel giro di pochi anni».

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