Il Governo Italiano sta puntando ad un forte innalzamento dei limiti di esposizione ?
ALESSANDRO LONGO repubblica.it
ROMA . C'è anche l'obiettivo di alzare i limiti delle
emissioni elettromagnetiche delle antenne cellulari - fino a 10 volte quelli
attuali - nel Piano banda ultra larga che l'Italia ha presentato questa
settimana alla Commissione europea. Ed è un evento eccezionale perché «è la
prima volta che un governo italiano si impegna, in un documento ufficiale, a
portare i nostri limiti al livello di quelli europei», spiega Cesare Avenia,
presidente di Asstel, l'associazione di Confindustria che rappresenta gli operatori
telefonici.
Il piano descrive una serie di misure con cui il governo
mira a diffondere la banda ultra larga: individua 6 miliardi di fondi pubblici
2014-2020 per dare i 30 megabit a tutti gli italiani e i 100 megabit all'85%.
Ma, a questo scopo, il Piano prevede anche agevolazioni fiscali e
semplificazioni normative a vantaggio di chi porta la banda ultra larga. Tra
queste ultime, c'è anche «la razionalizzazione dello spettro e l'innalzamento
dei limiti elettromagnetici », si legge nel Piano di 124 pagine che il governo
renderà pubblico prossima settimana.
«Finalmente: per diffondere le reti mobili veloci di
quarta generazione, gli operatori hanno bisogno di riutilizzare i tralicci già
presenti, installando un maggior numero di antenne in una stessa area»,
aggiunge Avenia, «ma possono farlo solo se i limiti diventano meno
penalizzanti. Non so però se il governo si renda conto delle polemiche che
scatenerà». È noto che le pressioni di associazioni ambientaliste e comitati
cittadini contro le antenne hanno ostacolato tanti interventi normativi in
questo ambito. Prova ne è la travagliata partita delle "linee guida"
che il ministero dell'Ambiente deve realizzare per dare attuazione a quanto già
previsto nel decreto Crescita 2.0 di dicembre 2012. Sono nuove regole che
renderebbero più flessibile il sistema di misurazione degli attuali limiti;
quindi darebbero più agio agli operatori nell'uso delle antenne. A distanza di
due anni, questa partita non è però ancora chiusa. Si sa che sono previste
quattro li- nee guida e il ministero per ora ha redatto solo le bozze delle
prime due.
In questo clima, alzare i limiti sembra una mission
impossible.
Si legge nel piano: «Nella convinzione che si debba
costruire un mercato unico digitale europeo partendo dalle regole e dalle
opportunità, l'Italia dovrà uniformarsi ai limiti degli altri Paesi in materia
di elettromagnetismo, con immediati vantaggi in termini di diffusione del
servizio di connettività a banda ultralarga wireless». «Adesso, da indicazioni
dell'Organizzazione mondale della Sanità, in Europa i limiti vanno dai 27 ai 61
volt per metro, contro i 6 volt imposti in Italia», dice Mario Frullone,
direttore delle ricerche della Fondazione Ugo Bordoni (braccio operativo del
ministero allo Sviluppo economico in fatto di frequenze radio). «E' stato
dimostrato che limiti più alti, per le antenne, si traducono in minori
emissioni assorbite dalle persone nell'uso dei cellulari. Il motivo è che i
dispositivi riducono la potenza emessa quando la copertura è migliore», spiega Frullone.
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