RESOCONTO DI ADRIANA PALLENI SUL CICLO DI INCONTRI SUL TEMA DEI CAMPI MAGNETICI DEL 11-29 MAGGIO 2012 INDETTA DAL COMUNE DI BOLOGNA E DALLA UNIVERSITA DI BOLOGNA
La serie di
conferenze sui campi elettromagnetici indetta dall’Università di Bologna, con
letture, video musicali, performance si è conclusa con un nulla di fatto,
sigillata con il terremoto che ha cancellato l’ultimo incontro del convegno “
Wireless: liberi o prigionieri in una rete senza fili?”.
All’inizio nella sala Farnese
l’ingegner Falciasecca dell’Istituto Marconi elogiava i servizi del Wi-Fi e del
Wi-Max, dicendo che la tecnologia dell’ultima generazione è meno pericolosa ed
invasiva di quella passata. “Ora non c’è da preoccuparsi con il passaggio al
digitale, c’è più controllo …. serve meno potenza. E’ vero che abbiamo sempre
più ripetitori, ma l’aumento corrisponde a meno potenza - dal punto di vista
del controllo è tranquillo. L’altra
notizia buona è l’uso del telefonino, il fatto di portarlo alla testa è una cosa
buona per l’umanità di preoccuparsi- però possiamo stare tranquilli perché le
tecnologia di oggi ha sempre bisogno di meno potenza. Ultima cosa è la modalità
d’uso, il telefonino è diventato uno strumento per entrare nei social network,
google e twitter – questo comprende che non l’abbiamo più vicino alla testa,
cosa positiva – è vero che dobbiamo stare all’erta ….. il tempo stringe”.
Stringe anche per le domande, non
c’è tempo, deve andare. I comitati dei cittadini sono spariti, non c’è più
nessuno a ribattere. Chiedo allora perché qualche anno fa quando iniziavano a
installare le antenne radio base sui tetti delle case le stesse persone
informavano di stare tranquilli perché non facevano male alla salute, che la
tecnologia era perfetta.
Certo, gli stessi ricercatori, la
stessa università, lo stesso Falciasecca garantivano su questo. Ora, però, di
fronte al fatto l’OMS dichiara che il campo elettromagnetico indotto può
danneggiare al salute, che la Comunità Europea invita alla precauzione,
l’università ha ritenuto di cambiare rotta. Ma siamo testimoni del nostro tempo
….. che è questo, la città di Bologna ha settecento antenne di cui buona parte
sono sui tetti delle abitazioni, nonostante le proteste dei cittadini e le
proposte degli stessi a una pianificazione intelligente, e nei casi di
emergenza come per l’attuale terremoto i telefonini non hanno funzionato, la
tecnologia perfetta si ferma per lasciarti di fronte a te stesso e alla tua
intelligenza.
Ti rendi conto così che la
tecnologia ha le sue fragilità e impotenze, in mano ad un business
incontrollato, senza etica ne morale. Pur tuttavia se essa è governata
dall’intelligenza, può essere utile e amica del progresso tecnologico e umano.
Anche i ricercatori e gli
studiosi delle università dovranno tenere conto di questo e prendersi le
responsabilità delle conseguenze del futuro sviluppo delle città. E così la classe politica dovrà tener conto dell’umanizzazione
nelle città e i suoi spazi urbani.
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