Comunicato Stampa Associazione Contro l’Elettrosmog di Udine
COMUNICATO STAMPA
Udine, 17 marzo 2011
Il 3 marzo scorso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la Legge Regionale n°119 del 2011, “Norme in materia di telecomunicazioni”, che abroga quella precedente, la n°28 del 2004 e che, al capitolo terzo, disciplina in materia di impianti per la telefonia mobile.
L’ obiettivo dichiarato di questa nuova legge è lo snellimento delle procedure di gestione e di installazione delle antenne per la telefonia mobile, ma, secondo noi, è invece una grande involuzione rispetto agli indirizzi della Commissione Europea che indicano la necessità di rivedere "al ribasso" i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici e di favorire un adeguamento di tutti paesi membri verso posizioni più cautelative su questo tema.
Evidenziamo ora alcuni fra gli elementi negativi introdotti dalla nuova legge destinati a ritorcersi contro i cittadini:
à I “Piani comunali di settore per la localizzazione degli impianti” saranno sostituiti da semplici “Regolamenti comunali per la telefonia mobile”.
Le amministrazioni locali saranno così private della possibilità di fare previsioni e zonizzazioni delle aree con calcoli e simulazioni in grado di verificare, preventivamente alle installazioni, i livelli di impatto elettromagnetico.
à La precedente legge elencava le localizzazioni incompatibili (e le vietava espressamente su edifici e relative pertinenze interamente destinati ad ospedali, scuole, case di cura, …), mentre ora si demanderà tutto ai regolamenti comunali per la telefonia mobile (ogni comune deciderà così in maniera autonoma, quando decisioni del genere hanno invece valenze che esulano dai confini comunali).
à Una nuova antenna, se c’è già un Regolamento comunale per la telefonia, potrà essere collocata semplicemente con una SCIA, ossia una procedura semplificata, tutta basata sull’autocertificazione, che permette l’avvio dei lavori il giorno stesso della segnalazione all’Amministrazione Comunale.
Se non c’è un Regolamento comunale, sarà invece sufficiente una semplice “Autorizzazione”, che però sarà automaticamente approvata se entro novanta giorni non sarà comunicato un provvedimento di diniego, anche se alcune leggi nazionali prescrivono la non applicabilità di un silenzio assenso in materia di tutela della salute e dell'ambiente.
à Le priorità e gli indirizzi della precedente Legge Regionale (che aveva nelle premesse la tutela della salute e la partecipazione diretta alle scelte da parte dei vari portatori di interessi) sono scambiati: ora si dà la precedenza e l’urgenza all’utilità della concorrenza del mercato ed alla necessità di fornire i servizi a tutti i cittadini.
à I livelli di concertazione sono diventati totalmente favorevoli ai gestori.
à I processi partecipativi della popolazione sono assenti o, in ogni caso, poco incisivi.
à L’assoluta assenza di riferimenti al “Principio di precauzione”: un approccio indispensabile per la gestione del rischio, e finalizzato alla minimizzazione dello stesso in condizioni di insufficienti dati scientifici relativamente alla tutela della popolazione dai possibili effetti dannosi delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute umana e sull'ambiente.
In conclusione riteniamo che la nuova Legge Regionale sulle telecomunicazioni, anche alla luce di quanto maturato dalle esperienze nel settore negli ultimi dieci anni, sia nel complesso già obsoleta, inadatta ed inadeguata alla gestione efficace e trasparente delle tematiche che riguardano telecomunicazioni in maniera moderna.
E’ stata persa l'occasione per ridefinire, in maniera funzionale e più adeguata alle tecnologie in uso ed a quelle dell’immediato futuro, le procedure di un migliore inserimento degli impianti nel contesto cittadino, valorizzando al tempo stesso le istanze di partecipazione, la conoscenza più adeguata dell'utilizzo e del funzionamento della tecnologia da parte della popolazione, e l'individuazione preventiva delle reali esigenze dei vari servizi connessi alle installazioni nei diversi contesti urbanistici.
Questa nuova legge in ogni modo non vieta ai comuni di dotarsi di un piano urbanistico per la telefonia mobile e dunque invitiamo tutti i Comuni della Regione, specie i capoluoghi di provincia, a dotarsi quanto prima ugualmente del piano per poter affrontare al meglio queste nuove tecnologie
cercando al contempo di ridurre i rischi per tutti: le persone e l’ambiente.
Le nuove tecnologie devono essere al nostro servizio e non noi al loro, solo così ci sarà un vero progresso ed un futuro migliore per tutti senza rischiare di perdere il controllo degli eventi, come purtroppo sta accadendo in questi giorni in Giappone.
Con preghiera di pubblicazione e/o diffusione.
A.C.E. UDINE, Associazione Contro l’Elettrosmog di Udine
● info@aceudine.it ● +39 340 646 07 03
CORDICOM FVG, Coordinamento Comitati del Friuli Venezia Giulia per l'ambiente e la qualità della vita
● www.cordicom.org ● cordicom@libero.it
Gruppo Beppe Grillo Udine
Purtroppo ormai l'unica cosa che conta sono gli "schei", la grana e tutto passa in secondo piano. Il servizio dei cittadini prima di tutto: connettività, collegamento, qualità del servizio, trasmissioni veloci, tempo reale... ma la salute non è un diritto primario evidentemente e allora continuamo a farci del male in nome del gicattolino che abbiamo in mano.
RispondiEliminaOra pongo una domanda la nuova legge del Friuli venezia Giulia non è in contrasto col Codice delle Comunciazioni del 2003(ex legge Gasparrr) che prevede dichiaratamente il principio di precauzione?