SCUOLE: SOGNO O INCUBO?

Quest'articolo di Grazia Bergamasco è apparso in un giornale di Vicenza.
Grazia Bergamasco è la rappresentante dei comitati cittadini nell'Osservatorio Elettrosmog del Comune di Lonigo(Vi).
Per contattare l'autrice scrivere a: grazia.bergamasco@libero.it

WI-FI NELLE SCUOLE: SOGNO O INCUBO?

Dal 9 maggio 2011, diecimila scuole italiane potranno prenotarsi per avere la dotazione wi-fi. Questo l’annuncio fatto dal ministro Brunetta. L’intera operazione sarà completata entro metà 2012 e toccherà “cinquemila scuole nei prossimi sei mesi e le restanti cinquemila nei sei mesi successivi”.L’investimento pubblico è di cinque milioni di euro per la prima fase con il contributo anche di regioni, fondazioni ed enti.
Il Piano wi-fi è solo parte di un progetto più ampio, chiamato “ Progetti di innovazione tecnologica per le istituzioni scolastiche”, che comprende il progetto”Servizi Scuola Famiglia via web”con il portale denominato “Scuola Mia”.Questo fornisce una serie di servizi on-line, come comunicazioni, pagelle , assenze e ritardi, colloqui, pagamenti. Tutte le scuole iscritte a Scuola Mia avranno la possibilità di richiedere l’accesso a Internet senza fili, cioè l’installazione del wi-fi. “Il mio sogno è quello di dare il kit per tutti i bambini delle scuole elementari” ha sottolineato Brunetta.
Questa affermazione ha provocato reazioni immediate. Il coordinatore dei Comitati romani contro l’elettrosmog Giuseppe Teodoro e i Verdi hanno definito il “sogno”di Brunetta un’operazione estremamente rischiosa per la salute dei bambini.
Il prof Angelo Gino Levis, membro della commissione oncologica nazionale, giudica la decisione del ministro “una follia”. Spiega che le radiazioni emesse dai portatili collegati al wi-fi sono ad altissima frequenza, come quelli provenienti dai cellulari; anzi, mentre i cellulari arrivano a poco più di un gigahertz, le reti wireless ne raggiungono quattro. “I valori di campo generati in un’aula scolastica da tre o quattro computer collegati alla stessa rete wi-fi sono inaccettabili dal punto di vista sanitario” dice Levis, “ e quindi un portatile connesso ad una rete wi-fi può diventare un oggetto molto pericoloso, se utilizzato dai bambini”.
L’ing. Marcello Stampacchia, tecnico dei cittadini all’interno dell’Osservatorio ha spiegato che, in una classe, quando si collega un computer a una rete wireless, viene attivata una piccola stazione radio base che è inserita nel computer e un’altra inserita in un apparecchio (scatoletta con una o due antennine). Così se collegheremo 20 computer avremo attivato 20 stazioni radio base più una ( scatoletta). Queste stazioni per comunicare emettono delle onde elettromagnetiche (microonde) che trasformano l’aula in “un forno a microonde”.
Che le microonde siano dannose lo dice la Germania dove il wi-fi è stato vietato in tutte le scuole pubbliche già dal 2008; la Francia che ha spento tutte le reti wi-fi nelle scuole e negli uffici pubblici, biblioteche e musei compresi; l’Inghilterra dove sono emersi studi preoccupanti sulle onde emesse dai wi-fi; Bruxelles e il Comitato Ambiente del Consiglio d’Europa. L’Italia invece va controcorrente, quasi che gli italiani fossero immuni dagli effetti delle onde elettromagnetiche. Alla proposta di Brunetta hanno già aderito 800 scuole.
Tra queste rientra anche la scuola elementare di Lonigo?
Interpellata, la dirigente scolastica, dott.ssa Gigliola Marcolungo ha sottolineato che il piano Wi-fi pur avendo una sua collocazione all’interno del progetto più ampio non è, almeno per ora, adatto a una scuola primaria. Il collegamento a Internet è marginale per bambini così piccoli, che usufruiscono già del laboratorio di informatica della scuola, ma solo saltuariamente si collegano a Internet. Inoltre per poter richiedere il kit wi-fi, la scuola deve essere già iscritta al portale Scuola Mia e Lonigo non ha aderito a questo progetto, in quanto tutti i servizi offerti dal portale dovrebbero essere svolti dagli insegnanti, con orario aggiuntivo e aggravio di lavoro. “Trovo il progetto più indicato per i ragazzi delle scuole di grado superiore,in quanto hanno più autonomia, e quindi necessitano di un maggiore controllo” afferma la dott.ssa Macolungo.
Anche l’Amministrazione Comunale non sembra particolarmente favorevole alla proposta Brunetta: “In generale un’iniziativa che diffonde l’informatica nelle scuole è sempre un evento positivo, mentre un uso indiscriminato delle nuove tecnologie deve essere vagliato in modo attento.
Nel caso specifico del wi-fi si parla di danni accertati, ma anche del contrario, occorre quindi far ricorso al Principio di Precauzione; poiché si sta parlando della salute dei nostri figli, non ci sono dubbi: si opta per ciò che non nuoce”.
Serve davvero il wi-fi nelle scuole ? Perché non usare le postazioni fisse che non nuocciono e offrono tecnicamente lo stesso servizio?
Il prof Levis afferma che non manderebbe mai suo figlio in una scuola dove c’è una rete wireless perché non sa cosa poterebbe accadergli quando sarà più grande.
E noi?
Grazia Bergamasco

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